Prāṇāyāma: respirare tra le cellule (prima parte)
Il Prāṇāyāma è una pratica fondamentale nello Yoga che si concentra sul controllo del respiro.
Respirare è un’azione indispensabile alla nostra vita, o meglio: il respiro è vita.
È il primo atto spontaneo del neonato, e da quel momento non ci abbandona per tutta la durata della nostra esistenza.
Saper utilizzare correttamente la respirazione ci può aiutare ad affrontare meglio le nostre giornate, ma prima di sperimentare ed imparare le dinamiche respiratorie rivediamo a grandi linee, l’anatomia e la fisiologia dell’apparato respiratorio.
L’apparato respiratorio è il nostro compagno silenzioso, un danzatore invisibile che ci connette al mondo attraverso il respiro. Esso è l’insieme degli organi e delle strutture che consentono gli scambi gassosi tra l’ambiente circostante (carico di ossigeno) e l’organismo umano (il cui sangue è carico di anidrite carbonica). Questo sistema è strettamente connesso al funzionamento del sistema circolatorio.
L’atto respiratorio si suddivide in due fasi: un’inspirazione (durante la quale l’aria entra nei polmoni) seguita da un’espirazione (durante la quale l’aria esce dai polmoni).
Tra un’inspirazione e un’espirazione può anche esservi un periodo di “pausa” che viene definito ritenzione (periodo in cui “tratteniamo il respiro”).
Durante l’inspirazione, i muscoli intercostali e il diaframma si contraggono, aumentando il volume polmonare e aspirando aria nei polmoni.
L’espirazione è solitamente passiva, determinata dalla forza elastica del parenchima polmonare.
L’apparato respiratorio comprende il naso, la faringe, la laringe, la trachea, i bronchi, i bronchioli e gli alveoli polmonari.
Ogni parte svolge un ruolo specifico nel trasporto dell’aria e nello scambio di gas.
Il naso filtra, riscalda e umidifica l’aria inalata prima che raggiunga le vie aeree inferiori. Le cavità nasali svolgono un ruolo fondamentale in questo processo.
I bronchi e i bronchioli trasportano l’aria nei polmoni, dove gli alveoli permettono lo scambio di gas con il sangue.
A livello alveolare, avviene lo scambio di gas tra aria e sangue. L’ossigeno passa dagli alveoli al sangue, mentre anidride carbonica si sposta dal sangue agli alveoli. Questo processo avviene anche a livello cellulare.
La capacità vitale totale dei polmoni è di circa 5,8 litri. Rimane sempre un volume residuo d’aria di circa 1,2 litri nei polmoni.
La frequenza respiratoria è invece il numero “medio” di cicli respiratori al minuto. In situazioni normali il numero dei cicli respiratori può essere di 12/18 circa, negli adulti. Ma aumenta in condizioni di stress, cioè quando siamo “preoccupati o spaventati”, e diminuisce in condizioni di rilassamento.
Negli atleti e in coloro che praticano Yoga o discipline simili, le frequenze respiratorie rimangono regolari e più basse, anche in situazioni di stress.
Come riconoscere una situazione di stress?
- Segnali fisici: palpitazioni, sudorazione, appetito scarso o eccessivo, tic, disturbi digestivi…
- Segnali comportamentali: digrignare i denti, mordersi le labbra, mancanza di concentrazione, difficoltà a trovare le parole giuste, pianto frequente, insonnia …
- Segnali psicologici: ansia, irrequietezza, stanchezza e debolezza, abbassamento del tono dell’umore, ostilità, sensazione di non farcela, sensi di colpa, o di vergogna…
Praticare attività fisica e tecniche respiratorie sono tra i metodi più efficaci per contrastare lo stress.
Il nostro respiro è una sinfonia di sensazioni: il fresco profumo di un mattino d’estate, il calore del fuoco nei polmoni durante una corsa, la quiete di un respiro profondo quanto tutto sembra andare troppo veloce.
Quando senti il bisogno di ritmo e calma, ricorda il tuo compagno silenzioso.
Respira consapevolmente.
Ascolta la tua melodia interna. E sii grato per ogni respiro, perché è un dono prezioso che ci lega a tutto ciò che è vivo.