YOGA: un viaggio tra antichità e saggezza
Lo Yoga, con le sue radici profonde e le sue molteplici sfaccettature, è un mondo vasto e affascinante. Non possiamo ridurlo a una singola definizione o a uno stereotipo. È molto di più. Esso è una disciplina millenaria cha abbraccia corpo, mente e spirito. È una danza tra movimento e quiete, tra respiro e consapevolezza.
Ogni articolo che si scrive sullo Yoga non è mai risolutivo, ma vuole essere uno stimolo. Uno sprone per continuare a esplorare, a chiederci “cosa c’è di più?” e a mantenere viva la fiamma della curiosità.
L’essenza del nostro percorso nello Yoga risiede proprio nella ricerca e nella conoscenza. E’ come un viaggio senza fine, dove ogni Āsana, ogni respiro, ogni parola dei testi antichi ci spinge a scavare più a fondo. È un percorso di vita, un’opportunità di crescita continua.
Quindi, benvenuti in questo viaggio.
La parola sanscrita Yoga è considerata un indicatore neutro, un sostantivo generico che contestualizzazione all’interno del testo in cui appare.
Yoga rimane Yoga in sanscrito, italiano, inglese, tedesco, ebraico… In un mondo ideale, non avrebbe bisogno di traduzione. Tuttavia, coloro che adottano questo termine attribuiscono significati diversi alla parola “Yoga”, a seconda dei loro obiettivi e delle loro intenzioni. Il contesto storico di chi interpreta o “traduce” la parola influenza e modifica il suo stesso significato.
La parola Yoga è un tesoro di significati e sfumature…
Nel Ṛgveda, la sua presenza è come un caleidoscopio di interpretazioni. Yoga danza tra le pagine degli inni, rivelando segreti antichi e connessioni profonde: aggiogare, unire, badare, incoccare. In ogni significato, Yoga è un richiamo alla saggezza antica, un invito a esplorare e a fondersi con l’infinito (Ṛgveda è una raccolta di inni. “Ṛg” significa inni o strofe, mentre “veda” sapienza o conoscenza).
Nel mondo dei testi antichi, Patañjali il filosofo indiano, intreccia le parole come un abile tessitore. Nella sua opera “Yoga Sūtra”, lo Yoga assume principalmente due significati: metodo/disciplina: qui, lo Yoga è come un sentiero che si snoda attraverso la giungla della mente. È la disciplina che ci guida, passo dopo passo, verso l’arresto delle turbolenze mentali. Raccoglimento metacognitivo. Lo Yoga è anche il Samādhi, il momento in cui la mente si fonde con l’infinito. È come immergersi nell’oceano della coscienza, oltre le onde delle distrazioni. I primi due Sūtra, Patañjali ci invita a scrutare le Vṛtti, le attività della mente. Attraverso la pratica, possiamo raggiungere il Samādhi, l’assorbimento totale.
Nell’Amarakośa, il primo “dizionario” sanscrito sopravvissuto, scritto tra il VI e l’VIII secolo, la parola Yoga ha ben cinque significati: prepararsi alla guerra: come un guerriero che affila la spada, lo Yoga ci invita a prepararci per la battaglia della vita. Una guerra interiore contro le nostre paure e i nostri limiti. Mezzo: lo Yoga è il ponte tra il visibile e l’invisibile, tra il corpo e lo spirito. È il mezzo attraverso cui possiamo scoprire la nostra vera natura. Contemplazione: lo Yoga ci conduce alla contemplazione profonda. È il silenzio interiore in cui possiamo ascoltare la voce dell’anima, la voce più sottile e profonda che è in noi. Unione: lo Yoga è l’unione tra mente e corpo, tra individuo e universo. È il filo che lega tutto ciò che esiste. Ragionamento: lo Yoga ci sfida a esplorare, a interrogare, a ragionare. È la luce che illumina l’intelletto.
Nelle Upaniṣad (insieme di testi religiosi e filosofici indiani composti in lingua sanscrita a partire dal IX secolo a.C. fino al IV secolo a.C.) si parla di “Yoga Ātmā” e il significato è interessante per chi pratica Yoga. Ātman qui significa “petto, cuore”. È l’essenza stessa dell’anima, il centro in cui risiede la nostra coscienza. È il luogo dove il respiro danza con l’eternità. Yoga è nella sua accezione di “disciplina”. È la pratica che ci connette al nostro Chitta (mente, coscienza), la mente che riflette l’universo.
Nel testo più̀ sacro dell’India, la Bhagavadgītā, la parola Yoga si manifesta in almeno tre sfumature:
- Equidistanza e immobilità. Lo Yoga è un pilastro saldo su cui poggiamo le nostre azioni. È l’arte di agire senza attaccamento, mantenendo l’equilibrio tra amore e avversione. È l’immobilità interiore che ci permette di danzare con il mondo senza esserne schiavi.
- Maestria nelle azioni. Per chi possiede consapevolezza, il bene e il male si dissolvono come nebbie al sole. Yoga è la maestria nelle azioni quotidiane. È l’attenzione consapevole che permea ogni gesto, ogni respiro. È l’arte di vivere con presenza e discernimento
- Scioglimento del disagio. Infine, Yoga è quel qualcosa ce ci permette di staccarci dal disagio, di sciogliere le catene dell’angoscia. È il respiro profondo che ci libera.
La parola Yoga deriva dalla radice sanscrita Yuj युज्, che significa “unire” o “unione”. È un richiamo alla fusione, all’abbraccio tra cielo e terra. È il filo d’oro che collega la coscienza individuale a quella universale. Yoga è molto più di posture fisiche, abbraccia la mente, il respiro e lo spirito.
Secondo antichi testi, praticare Yoga porta all’unione della coscienza individuale con la coscienza universale, generando una perfetta armonia tra mente e corpo e tra uomo e natura.
Lo Yoga è un viaggio senza fine, un percorso di vita in cui ogni Āsana, ogni respiro, ci conduce verso la nostra essenza più profonda. È l’arte di unire mente, corpo e spirito, danzando tra le dualità e fondendoci con l’infinito.
Yoga è arte supportata
dalla scienza e conoscenza
del corpo umano,
di tutte le sedi anatomiche,
ubicazione e funzionalità
della loro morfologia
(Guru Maharishi Sathyananda)