Soffio dei Kami: Mitologia nei Kata dell'Ai-Jutsu
Scrivere un articolo sulla mitologia giapponese è senza dubbio affascinante e coinvolgente e offre l’opportunità di esplorare un universo ricco di storie, divinità e simbolismi profondi.
Nel vasto e misterioso panorama delle mitologie mondiali, quella giapponese si staglia con un fascino unico, tessendo storie di divinità ed eroi che risuonano attraverso i secoli.
Essa è un complesso sistema di credenze che si intreccia con la religione e cultura del Giappone.
Le origini della mitologia giapponese si perdono nella notte dei tempi, dove mito e storia si intrecciano in un abbraccio indissolubile.
La mitologia giapponese è fortemente legata allo Shintoismo, la religione indigena del Giappone.
Il pantheon shintoista comprende oltre 8 milioni di Kami, che sono spiriti o divinità associati a elementi naturali, luoghi sacri e concetti astratti.
Le storie mitologiche giapponesi sono raccolte in testi antichi come il Kojiki “registrazione di cose antiche”. E’ il più antico libro riconosciuto di miti, leggende e storie giapponesi. Lo Shintoshu spiega le origini delle divinità giapponesi da un punto di vista Buddhista, mentre il Hotsuma Tsutae riporta una versione sostanzialmente diversa della mitologia nipponica.
Il Nihonshoki, noto anche come Nihongi, è un testo fondamentale per la storia e la mitologia giapponese. Compilato nel 720, è il secondo libro più antico della storia classica giapponese.
A differenza del Kojiki che era scritto in giapponese, il Nihonshoki era scritto in cinese classico, seguendo la tradizione dei documenti ufficiali del tempo.
Questi testi narrano le origini del mondo, la creazione delle isole giapponesi e le gesta degli dei.
Nella mitologia giapponese troviamo Izanagi ed Izanami.
Questi due esseri divini, attraversando il ponte celeste di Amanohashidate, discesero sulla terra, dando inizio alla creazione del Giappone e delle sue isole.
Tra queste divinità spiccano figure come Amaterasu, la Dea del Sole, che illumina il mondo con la sua luce e rappresenta la sovranità e la nobiltà; Susanoo, il Dio delle Tempeste, noto per le sue imprese eroiche e per aver sconfitto il drago a otto teste, Orochi.
Nel mito della creazione, gli dei Izanagi e Izanami sono incaricati di creare la prima terra.
Dalla loro unione nascono le isole del Giappone e numerose altre divinità.
La mitologia giapponese è ricca di creature fantastiche come i Tengu (spiriti delle montagne) e i Kappa (creature acquatiche). Essa ha influenzato l’arte, la letteratura e i moderni media come manga e anime.
Spesso gli antichi miti vengono reinterpretati in opere contemporanee.
Molti racconti mitologici contengono insegnamenti morali e riflessioni sulla natura umana e sul rapporto con il divino.
Per indicare quelli che gli occidentali considerano demoni, i giapponesi utilizzano il termine Mazoku.
Tra i 63 Kata dell’Ai-Jutsu codificati dal nostro Ō Sensei Maharishi Sathyananda, emergono figure che danzano direttamente dalle pagine della storia, incarnando le virtù delle antiche divinità. Nel gruppo dell’Ai-Jutsu Buten Ryu, composto da 10 Kata, ben 9 di questi sono un omaggio vivente a queste potenti entità.
Ogni movimento è un dialogo silenzioso con gli dei, ogni posizione è un passo verso l’illuminazione. Questi Kata non sono semplici sequenze di movimenti; sono capitoli di una narrazione che si snoda attraverso millenni, un ponte tra il passato glorioso e il nostro presente in continua evoluzione.
Lasciate che il vostro spirito si elevi insieme ai gesti ancestrali dei Kata, e scoprite come, attraverso la pratica dell’Ai-Jutsu, possiamo toccare l’essenza stessa dell’infinito.
Dal secondo Kata in poi troviamo…
Kongōrikishi insieme a Shukōngoshin sono detti anche i due Niō insieme scortarono il Buddha durante il suo viaggio in India e oggi si trovano spesso all’ingresso di molti templi Buddhisti.
Kongōrikishi raffigurato con la bocca chiusa nel Kototama “Un”, segno di determinazione a combattere gli avversari interiori. Simboleggia la forza latente, ma è pronto ad agire senza timore.
Shukōngoshin, con la sua lancia pronta, incarnando l’azione decisa e fulminea, difendendo il Dharma con la stessa rapidità e precisione del fulmine che squarcia il cielo è raffigurato con la bocca aperta, simbolo di potenza, pronuncia il Kototama “A” un grido che scaccia tutti i nemici esteriori.
Fūjin è il dio del vento, raffigurato come un uomo muscoloso con un grande sacco di stoffa sulle spalle pieno di numerosi venti. È una divinità che simboleggia la potenza e il cambiamento, capace di portare sia brezze benefiche sia tempeste devastanti.
Raijin, invece, è il dio del tuono e dei fulmini, noto per il suo aspetto feroce e per i tamburi che suona per creare i tuoni. È una figura temuta ma anche rispettata, poiché le tempeste che porta sono essenziali per la vita e la fertilità della terra.
Proseguendo con i Kata di questo gruppo troviamo i cinque guardiani venerati come protettori del mondo e del Dharma, ognuno con attributi e simboli specifici che riflettono le loro responsabilità e poteri, stiamo parlando degli Shitennō figure centrali nella mitologia Buddhista, conosciuti come “i Re Celesti”:
Tamonten (in Sanscrito Vaiśravaṇa): Guardiano del Nord, combattente del male, è colui che ascolta molti insegnamenti, che diffonde la conoscenza e che punisce i malvagi.
Zōchōten (in Sanscrito Virūḍhaka): Guardiano del Sud, simboleggia la crescita spirituale, colui che si espande, che allevia la sofferenza e combatte l’ingiustizia.
Jigokuten (in Sanscrito Dhŗtarāṣṭra): Guardiano dell’Est, colui che sorveglia il regno, che assicura la pace, che protegge i popoli.
Kōmokuten (in Sanscrito Virūpākṣa): Guardiano dell’Ovest, colui che vigila ad occhi aperti, che distingue il bene dal male, che protegge chi è nel giusto.
Taishakuten (in Sanscrito Indra): Guardiano del Centro, Signore di tutte le direzioni, e Sovrano degli Shitennō.
Il nostro viaggio tra gli dei non conosce fine; presto, ci addentreremo ancora una volta nel dedalo di miti e immagini che incantano l’anima. Restate sintonizzati, per proseguire insieme il viaggio attraverso i sussurri del tempo, dove gli echi degli antichi risvegliano sogni e visioni che ancora danzano nel presente.